LA LEGIONE ROMANA

 

La Legione fu la formazione tipica dell’Esercito romano perché ne costituiva la Fanteria pesante.

Alla origine vi è la leggendaria suddivisione dei Romani nelle 3 tribù dei RAMNES, TITIENSES e LUCERES. Ciascuna tribù forniva all’Esercito 1000 fanti e 100 cavalieri. I fanti erano suddivisi in 10 centurie, una per ogni curia.

Il nome Legione voleva dire, all’inizio, leva militare. In principio i legionari non percepivano alcun soldo che poi venne introdotto solo alla fine del V secolo.

Il primo ordinamento della Legione si deve a Servo Tullio. Con questo ordinamento in prima fila stavano i più ricchi e meglio armati. In seconda fila i meno ricchi.

Tuttavia l’ordinamento più ricordato è quello di Furio Camillo che introdusse il nuovo principio della suddivisione secondo l’età e l’istruzione militare.

Secondo tale ordinamento la Legione si componeva di tre linee :

·    nella prima vi erano gli ASTATI cioè i più giovani, più esuberanti ed impetuosi ; quindi più adatti al primo urto anche se meno esperti nell’uso delle armi, nella manovra e meno resistenti e tenaci ;

·    nella seconda vi erano i soldati più maturi, i PRINCIPES che completavano in esperienza e costanza quanto mancava alla prima linea. Essi rappresentavano il fior fiore dell’Esercito romano;

·    nella terza vi erano i veterani, i TRIARI, sceltissimi di tante battaglie che attendevano, con un ginocchio a terra, l’esito della battaglia.

 

Per ogni linea vi erano 10 MANIPOLI (in totale quindi vi erano 30 Manipoli).

I Manipoli della 1^ e 2^ linea erano composti da 120 uomini, mentre quelli della 3^ linea erano composti da 60 uomini. In totale quindi vi erano :

·    1200 uo. nella 1^ linea ;

·    1200 uo. nella 2^ linea ;

·    600 uo. nella 3^ linea,

per un totale di 3000 uo. nei ranghi.

 

Il Manipolo venne successivamente suddiviso in 2 CENTURIE (totale 60 Centurie).

Ad ogni Centuria erano aggregati 20 VELITI, cioè soldati con armamento leggero.

In totale i VELITI erano 1200 (20 veliti per 60 Centurie).

 

Quanto abbiamo descritto si riferisce alla Fanteria presente nella Legione. La Cavalleria completava l’unità nella misura di un decimo della Fanteria pesante ; quindi in una Legione erano inseriti 300 Cavalieri divisi in 10 TORME di 30 uo. ciascuna. Di norma l’aliquota di Cavalleria era suddivisa in due parti (150 + 150 uo.) e dislocata sulle ali della Legione.

 

Complessivamente quindi la Legione disponeva di :

·    3000 uo. di Fanteria pesante (ASTATI, PRINCIPES e TRIARI);

·    1200 uo. di Fanteria leggera (VELITI);

·    300 uo. di Cavalleria (TORME),

per un complessivo di 4.500 uomini.

 

L’Armamento era differenziato in base alla posizione ed al compito assegnato a ciascuna linea. In particolare:

·    gli ASTATI disponevano di un grande scudo (SCUTUM) di forma semi-cilindrica, alto circa 1,30 m. e largo 0,80 m, coperto di cuoio e bordi rinforzati in ferro, di due aste da lancio che lanciavano da 20 - 30 metri sul nemico prima dell’urto (PILUM) e del GLADIO (arma corta a doppio taglio). Indossavano elmo di metallo, schinieri e pettorale (se potevano permetterselo anche una corazza);

·    i PRINCIPES ed i TRIARI erano armati e “corazzati” allo stesso modo, ma invece dei giavellotti portavano lunghe aste (HASTA);

·    i VELITI portavano una DAGA, una lancia (giavellotto con punta fine che si deformava all’impatto in modo da non essere riutilizzabile dal nemico) ed uno scudo del diametro di circa 1 metro (PARMA);

·    i CAVALIERI non avevano un armamento particolarmente curato. Di norma preferivano combattere a piedi.

 

Il dispositivo era del tipo a scacchiera. In sostanza la prima linea era articolata (come detto) in MANIPOLI separati l’uno dall’altro di una distanza pari alla loro fronte. Nell’ambito di un Manipolo fra una riga di soldati e quella retrostante vi era una distanza di 4 passi.

La seconda linea, quella dei PRINCIPI era schierata anch’essa in MANIPOLI in corrispondenza dell’intervallo dei manipoli della prima linea. Per completare la formazione a scacchiera, analogamente si schierava la terza linea (i TRIARI).

Tra ciascuna delle 3 linee (ASTATI, PRINCIPES e TRIARI) vi era una distanza di 30 - 40 metri.

 

 

L’articolazione assunta dalla Legione è dovuta in particolare a Furio Camillo che volle perfezionare la formazione della compatta FALANGE macedone per delineare un’unità maggiormente flessibile pur mantenendo la compattezza della Falange. Con il dispositivo a scacchiera, infatti, i manipoli della 1^ linea potevano retrocedere sulla 2^ linea senza comprometterne la formazione o la 2^ rinforzare la 1^ serrando sotto in caso di bisogno.

La 3^ linea della Legione (quella dei TRIARI) costituiva invece la riserva dell’unità ; la linea che interveniva solo in caso di necessità e su cui era destinato ad infrangersi l’eventuale successo nemico. L’alternativa era di solito o la difesa ad oltranza od il ripiegamento ordinato, combattendo

 

Il Comando della Legione era affidato a turno ad uno dei 6 TRIBUNI che vi erano assegnati. Solo con CESARE si avvertì la necessità di rendere il Comando permanente nella figura del “Legatus Legionis Propretore” nominato dal potere centrale.

 

Con la Legione l’Esercito romano riuscì a soddisfare con una sola unità 3 grandi esigenze :

·    la Riserva ;

·    la combinazione tra la lotta corpo a corpo e la lotta a distanza ;

·    la combinazione della difesa con l’offesa.

In tal modo la Legione era ben sufficiente a sostenere la battaglia. La Fanteria leggera (i VELITI) iniziava la battaglia mascherando la manovra delle Legioni e manovrando negli intervalli o sul tergo dei Manipoli, svolgendo quindi un’azione di disturbo e di inganno. La Cavalleria a causa della sua limitata dimensione costituiva un rinforzo alla Fanteria oppure era incaricata di inseguire il nemico già sgominato.

 

L’ordinamento introdotto da Furio Camillo rimase sostanzialmente immutato per lunghi. Varianti significative furono introdotte da Mario prima e Cesare poi che introdussero la COORTE, cioè l’insieme di tre Manipoli, uno di ASTATI, uno di PRINCIPES ed uno di TRAIRI che operavano affiancati, (per un totale di 120 + 120 + 60 = 300 uomini). Fu questa la “Legione coortale” che preveda anche un diverso dispositivo. In sostanza la Legione si schierava ancora su tre linee, ma in modo diverso.  Nella prima linea operavano 4 COORTI mentre nella 2^ e nella 3^ ne venivano schierate 3. Le Coorti erano disposte a scacchiera ed in ogni Coorte i manipoli, come già detto, erano affiancati.

 

La consistenza delle Legioni con il tempo arrivò poi a 6.000 uo. (ogni Coorte ne aveva 600 ed il Manipolo 200). Questo tipo di Legione si conservò per tutto il periodo repubblicano ed anche per i primi secoli dell’Impero.

 

Nel basso Impero la Legione subì ulteriori trasformazioni che la fecero assomigliare sempre più alla falange macedone attenuando quindi quella caratteristica di flessibilità tipica della Legione di Furio Camillo. Ricordiamo :

·    la Legione falangitica di Adriano che davanti alle 10 Coorti schiera una Coorte “miliaria” composta dai 1000 uo. migliori ;

·    la falange di Alessandro Severo che vede 6 Legioni serrate l’una all’altra e senza intervalli.