L’UFFICIALE DI PICCHETTO

(un contributo di Bruno Battistini)

 

Chi non conosce l’Ufficiale di Picchetto? Chi non ha sentito almeno dire o parlare dell’Ufficiale di Picchetto? Molti lo identificano emblematicamente con un cane da guardia; con un Minosse.

Tanti, ancora, sanno bene cosa sia perché hanno ricoperto quell’incarico.

L’Ufficiale di Picchetto è un Ufficiale subalterno che, in caserma, presiede ai servizi generali e risponde di tante cose quando gli altri sono per i fatti loro. Elencare tutti i compiti che gravano sulle spalle dell’Ufficiale di Picchetto sarebbe lungo e forse impossibile: lungo perché le incombenze sono innumerevoli; impossibile perché ce n’è sempre almeno una di cui lui, povero giovane militare, per quanto esperto, diligente e sveglio, non è a conoscenza, ma che qualche superiore riesce a scovare in una qualche ingiallita circolare interna, o che, addirittura, perché superiore, gliela inventa lì per lì su due piedi.

L’Ufficiale di Picchetto di norma è sulla porta principale o nelle immediate vicinanze.

Ma se è l’ora del rancio e lo cercano in refettorio e lui invece è sulla porta, dovrà rendere conto del perchè non è al refettorio. E se è a refettorio e giunge in caserma un superiore di un certo grado, dovrà giustificare la propria assenza dall'ingresso in una circostanza così importante. Il tromba stecca nel rendere gli onori? Perché egli nei ritagli di tempo non ha provveduto a farlo esercitare? La guardia non si schiera in tempo utile perché il superiore entrando velocemente in macchina non le ha concesso il tempo necessario? L’Ufficiale di Picchetto renda conto del perché i soldati sono così poco e male addestrati! Un soldato si fa male in ore non di servizio? L’Ufficiale di Picchetto dovrà chiarire il perché egli non era presente al fatto. Egli era presente? Dovrà allora rendere ragione del perché la sua presenza non era stata sufficiente ad evitare il verificarsi del malanno. Dovrà poi chiarire perché egli era lì invece di essere là! Giunge a mezzanotte un telegramma urgente per il Comandante e lui osa l’ardire di scomodarlo? Apriti cielo! Come si è permesso! Si comporti con maggiore sensibilità e con maggiore senso di responsabilità! Giunge un telegramma ordinario alle due di notte e lui pensa e giudica opportuno non scomodare il Comandante a quell’ora fatta più per l’amore e per il riposo, che non per poche, ancorché costose, parole di un telegramma? Apriti cielo, terra, mare…..ed anche Sesamo!Come si è permesso di non adempiere ad un suo preciso dovere? Si vergogni, sia più ligio, più sensibile …; si terrà conto in sede di note caratteristiche …ed alla prima occasione…

L’Ufficiale di Picchetto è sempre in errore. Si racconta di qualche Comandante che entrato in caserma, appena finito di ricevere le abituali, rituali novità subito gli intimasse ”stia agli arresti”!. Motivo? Così, per principio, perché sicuramente un motivo ci sarà stato già, o certamente ci sarà nel resto del servizio. Voleva parafrasare, quel Comandante, il famoso adagio cinese, della Cina d’altri tempi,: “Quando rientri a casa la sera picchia tua moglie:tu non sai perché; lei lo sa!”. Ma pare che non potendolo fare a casa sua, si sfogava facendolo entrando in caserma!.

L'ufficiale di Picchetto è , in sintesi, un martire!.Il suo destino? Gli arresti!.

Veste l’uniforme per i servizi armati (SA1). Indossa la sciarpa azzurra.