QUARANTENNALE DEL 19° CORSO

(Accademia Militare di Modena, 16 novembre 2002)

ALLOCUZIONE DEL CAPO CORSO

 

Gentili Signore, Signori Ufficiali, Cari Comandanti ed Insegnanti, in un momento così denso di significati ed emozioni per tutti noi del 19° Corso, desidero esprimere anzitutto un ringraziamento per aver voluto conferire una così bella cornice al nostro Quarantennale.

Un deferente saluto poi al Signor Generale Comandante dell’Accademia la cui presenza conferisce ulteriore solennità a questa cerimonia.

Agli Allievi del 183° e 184° Corso un fraterno, ideale abbraccio.

Noi del 19° siamo ritornati qui, alla nostra Casa madre, per celebrare la ricorrenza del nostro ingresso in Accademia.

Sono passati 40 anni, da quel giorno!

Quante cose sono cambiate da allora, nelle relazioni internazionali e nel nostro Paese.

Lo stesso Esercito si è profondamente modificato, avviandosi decisamente verso una dimensione di totale professionalità.

Ma questo non è il momento di analisi politico/sociali.

E’ il momento dei ricordi.

Cuori ardenti di passion!

Così cominciava 40 anni fa l’inno del nostro Corso. Il 19°.

Ci siamo dati anche un nome: “Corso dello Stile”

A questo pensavo alcuni giorni fa prefigurando questo momento.

E sono tornati spontanei alla mia mente ed al mio cuore, volti di amici, situazioni, avvenimenti, momenti felici e non, che a distanza di tanto tempo, acquistano una cara patina di nostalgia e suscitano l’acre, ma dolce, sapore del ricordo di cose, ormai, senza ritorno.

Mi pare di rivedere, ancora lì, con la sua figura austera, ma cordiale, il Generale Oreste Viligiardi.

Al nostro fianco, guide sicure e premurose, i nostri indimenticabili Comandanti, Istruttori ed Insegnanti.

E intorno a noi una sana atmosfera fatta di impegno, sacrificio, entusiasmo, valori.

Una scuola dura, che ha impresso in ciascuno di noi un marchio sublime, ancora netto e vivo dopo quattro decenni, sicuramente indelebile per tutta la vita.

Lo testimonia il fatto che oggi, dopo 40 anni, siamo, accorsi qui così numerosi. Segnati dal tempo nel fisico, ma immutati nei sentimenti e nei valori.

Ci fanno corona, ancora una volta, le persone più care, familiari ed amici, che ci hanno accompagnato in questo lungo cammino della nostra vita fino ad oggi.

Per noi nulla è cambiato!

I nostri sono ancora “cuori ardenti di passione”.

Di fronte a noi gli Allievi del 183° e 184° Corso.

Come riflettendoci in un ideale specchio del tempo, guardando loro, ritroviamo noi stessi.

I loro occhi ci sembrano uguali ai nostri di allora: avidi di sapere, fervidi nell’impegno, splendenti per l’entusiasmo.

I loro cuori palpitano di vibrante gioventù.

I nostri cuori, invece, sono agitati da sentimenti tenerissimi e tumultuosi.

Il sentimento più forte e più caro è per i Colleghi di Corso che ci hanno lasciato.

Essi sono e saranno sempre nel nostro animo e nei nostri ranghi. Un abbraccio fortissimo ai loro familiari, la cui presenza oggi qui conferisce una intimità tutta particolare a questo ricordo.

L’altro sentimento è il richiamo per la nostra esperienza di vita iniziata qui a Modena. Ognuno di noi aveva le sue aspettative ed ha avuto il suo percorso personale e professionale e non è opportuno, qui, operare una sommatoria di bilanci individuali.

Di sicuro, a ciascuno di noi, rimane un ricchissimo patrimonio di esperienze, indimenticabili sul piano umano e tecnico. 

E questo, a ben vedere, è il vero traguardo che rende una vita degna di essere vissuta.

Ma non vogliamo guardare indietro.

La gioventù ancora palpitante nei nostri cuori ci fa guardare più al futuro che al passato.

Ed è con espressioni augurali che vorrei concludere.

In primis, per l’Accademia cui, oltre al ringraziamento più sentito per averci consentito di vivere questo momento così bello per tutti noi, va l’augurio vivissimo che possa continuare, ancora per l’eternità, la sacra opera formatrice di personalità e di cuori.

Poi al Signor Generale Comandante, ai nostri Comandanti, agli Istruttori ed a tutti quanti assistono a questa Cerimonia, l’auspicio che il futuro possa consentire la realizzazione di ogni più cara aspettativa.

Agli Allievi del 183° e 184° Corso l’augurio di perseverare con costanza e fede, perché i frutti non mancheranno.

Per noi, cari Colleghi del 19°, auguriamoci reciprocamente Salute e Fortuna, affinché possa essere più lungo e sereno possibile l’ulteriore percorso delle nostre esistenze decorose, che sono state in gran parte il frutto di un seme dispensatoci in questo Istituto.

Da una parte noi del 19° e dall’altra Voi Allievi del 183° e 184°.

Ci dividono i pochi metri del corridoio centrale di questo austero Cortile d’Onore. Ma ci unisce sicuramente, in un ideale arco che travalica la dimensione del tempo, il filo rosso della passione; passione per i sacri ideali di fedeltà alla Patria, di servizio all’Italia.

Sono questi i valori supremi che uniscono non solo i nostri Corsi, ma tutti i 184 Corsi dell’Accademia, in un ideale schieramento multisecolare, a convalidare il motto di tutti noi: “Una Acies”, una sola schiera, tutta tesa all’adempimento del Dovere.

Quel Dovere così felicemente sintetizzato nella lapide posta all’inizio di questo Cortile: “Divorare le lacrime in silenzio, donare sangue e vita. Questa è la nostra legge ed in questa legge Dio”.

Questa è stata, per 40 anni, la legge del 19°.

Buona fortuna a tutti!

Viva l’Accademia Militare di Modena! Viva l’Italia.