La rabbia della terra ha
distrutto i paradisi poveri che vivono aggrappati al benessere delle nostre
vacanze. Il più potente terremoto mondiale
da quarant’anni (8,9 della scala Richter) è partito dall’isola di
Sumatra e ha scatenato le onde assassine fino a 6 chilometri di distanza. Muri
d’acqua alti 10 metri hanno portato
la devastazione in 7 nazioni del sud-est asiatico) (da la Repubblica- lunedì 27
dicembre 2004)
Tace
il mondo attonito,
una
immane tragedia
ha
sconvolto il pianeta.
Fiorenti
spiagge,
paradisi
d’incanto
spazzati
via dal mare
sbalzato
dal suo letto!
Ricchezza
e miseria
annegate
nel fango!
Abbarbicato
su zolle,
galleggianti
su magma,
immemore
l’uomo
costruisce
i suoi imperi,
prigioniero
di un mondo
che
gli appare eterno.
Di
materia è fatto
il
suo corpo, sostanze
sparse
nella nuda terra,
assoggettato
a leggi
di
un misterioso ordine.
Immagini
da incubo,
di
gente che corre,
di
persone che cercano
i
loro cari scomparsi;
si
fruga , si spera
di
ritrovare un segno,
un
corpo da piangere,
da
colmare di lacrime.
Ricordi
e immagini
di
affetti perduti,
di
baci , di carezze
strappati
in un baleno.
Rimane
la speranza
di
un mondo che rinasce,
di
braccia protese
in
un estremo aiuto.
Salvatore Calabrò
Gennaio 2005