Sirenetta

 

Pensoso ti guardo, sirenetta,

antichi amori richiami

che i tuoi canti destavano

nei cuori stanchi dei marinai.

Le spalle volgi

ad accoglienti spiagge

di schiere d’eroi

che vestigia lasciarono

nei giardini intorno.

Tu tranquilla

guardi il progresso

che davanti ti scorre

e ascolti

l’infrangersi delle onde

schiumeggianti

su laviche rocce,

nere macchie nel mitico mare.

Fasci di luci sprofondano

a sostenere montagne

su cui Taormina

quale presepe, s’adagia.

Sole di sabbia

le spiagge diventano

quando il calore

 la pelle abbrunisce.

Salvatore Calabrò  

   Giardini Naxos

Ottobre 2004