Musa

 

Non più dal lavoro oppresso,

da fastidiosi calcoli chiuso,

mi affido alla musa

che per mano prese 

famosi poeti

e da essa mi ispiro

con cuore leggero

per intersecare il pensiero.

Parole nuove,

un tempo occulte,

la mia mano

sul bianco foglio

imprime.

Del mio animo

i moti inseguo,

l’amore cercato

per le tortuose vie

or mi prende

e i miei sensi acquieta.

Depongo le armi

che mi hanno  aperto

il mondo

ma che nell’ animo

hanno segnato

ferite profonde.

Dormi,

addolcisci il flusso

del tuo sangue,

 ama la poesia,

 luce del tuo cammino.

 

Salvatore Calabrò