LETTERA DI PAOLO TRIPODI

(questa lettera è stata pubblicata anche sulla rivista "L'Artigliere", nel numero 1/2003)

 

 

Guardandoci tra qualche capello bianco in più o qualche capello in meno rispetto al ventennale (marzo 1983), ci siamo riconosciuti tutti come se fossero trascorsi solo pochi anni - con molti non ci vedevamo addirittura dal 1964 - .

Ci siamo trovati in 168 e c'erano tra noi anche coloro che ci hanno lasciato prematuramente nel corso di questi anni; li ho visti, ne sono sicuro. E quando i loro nomi sono stati scanditi dal nostro Capo Corso, essi hanno attraversato il Cortile d'onore "rassegnandoci".

Nelle due giornate in cui si è svolto il nostro quarantennale, tra cerimonie varie, ci siano rivisti giovani Allievi e siamo stati in compagnia di ben 200 familiari, a mensa (dove solo pochi riuscivano a mangiare anche la frutta entro il suono della tromba), in palestra (e chi non ricorda le generose flessioni che ci impartiva il buon Fruncillo), a studio (dove, di nascosto, occorreva trovare anche il tempo per scrivere alla ragazza), di corsa per i corridoi a raggiungere in tempo le aule ove si svolgevano le varie lezioni e, ahimè!, chi non ricorda quota pipistrello?

Accademia! Quanti timori per gli interrogatori settimanali, quanta trepidazione per gli interminabili esami, quante competizioni nelle attività fisiche fino a vederci licenziati e finalmente toccare l'ultima volta il naso al mascherone, con la nostra agognata e meritata stelletta.

Sono trascorsi quarant'anni, oggi siamo tornati uomini maturi, padri, alcuni anche nonni, per dirti ancora: Accademia, grazie! Grazie per le esperienze che ci hai fatto maturare, per il carattere che ci hai temprato, per la vita che ci hai fatti vivere.

Torneremo ancora singolarmente e di sfuggita finché il Signore ce ne darà la possibilità. Modena grazie dal tuo Allievo Paolo TRIPODI.