LETTERA  A  FEFE’

 

Tu quoque, Fefè…….”a presidiarmi il cuore”!

Uso l’espressione da Te coniata in chiusura del volume sul Quarantennale, perché la ritengo perfetta. Solo Tu potevi saper fotografare l’animo con la medesima affettuosa maestria con cui coglievi in noi, raduno dopo raduno, non il passare degli anni ma il bagliore del 1962 nell’attimo che ci riunì e ci segnò per la vita la vita.

Grazie per quanto hai fatto per noi…. illudendoci di averlo fatto con noi. La Tua ultima fatica editoriale è una splendida realizzazione.

Nella chiesetta che Ti vide felice nell’amata Maremma Ti abbiamo ricordato questa mattina e Carmine ha dato voce al suo particolarissimo dolore con una struggente e affettuosissima sobrietà che Tu, da buon redattore, avrai apprezzato anche di lassù. E da lì non avrai difficoltà a leggerci in cuore quanto ci manchi.

Addio, Fefè.

 

                                                                   Giuseppe Favale

 

 

Grosseto, 22 ottobre 2003